Conte, Chivu "affaticati" e una serie A che gioca male

Scritto il 23/09/2025
da Tony Damascelli

Il Napoli va avanti, è primo, da solo e basta, ha battuto con l'affanno il Pisa e si prepara al viaggio verso San Siro per l'esame contro il nuovo Milan di Allegri. Non tutto facile per i campioni d'Italia, Conte in edizione coribante come sa essere dovunque e comunque, squadra stanca per la coppa. Analoga ansia per l'Inter per superare il Sassuolo ma la rinnovata agenzia Stefani scrive di Pio Esposito come mai di Meazza, Boninsegna e Vieri, per restare tra i veri grandi nerazzurri, verrebbe da ridere, purtroppo è roba triste. Il quarto turno ha ribadito che si gioca male ma si arbitra peggio. La questione Rapuano, spedito in B per demeriti evidenti in Verona - Juventus, conferma che la casta arbitrale se la suona e se la canta, la domanda è immediata: perché mai le squadre del secondo campionato debbono subire loro la punizione, costrette ad accettare un arbitro malaccorto? Gira voce di fermenti sindacali, di sciopero rientrato, di questa farsa dell'announcement (spiegazione pubblica della decisione, dopo controllo video), di un sistema che non funziona al di là della propaganda e della copertura politica della Fifa. Il gioco, in serie A, latita, nella qualità e nel ritmo agonistico, quest'ultimo consente a calciatori maturi, di anagrafe e carriera, di essere sempre i migliori in campo, il cooling break negli altri tornei ha un senso, da noi è come la pausa caffè. Non scherzo, ormai il calcio è spettacolo, non nel senso antico di grandi prestazioni, ma di circo pedestre carico di interessi mercantili, di debiti e di finanza non del tutto trasparente. Tranquilli, domani torna l'Europa league e la Roma va a Nizza, club che fu tra le proprietà di Franco Sensi e oggi nelle mani di sir Ratcliffe, azionista dello United, tra i più ricchi del Regno Unito. Nel calcio i soldi non contano ma è sempre meglio contarli. Post scriptum: lezione di football e vittoria, dopo 14 anni, dell'Olympique di Marsiglia di De Zerbi, espulso, sul Psg di Luis Enrique, appena nominato allenatore dell'anno e sconfitto da una gaffe di Chevalier, erede di Donnarumma appena vincitore del premio Yashin. Comica totale.