Così non si va da nessuna parte. Anzi: "Questo - spiega Gianfranco Pasquino, professore emerito di scienza della politica all'Università di Bologna, a lungo senatore della Sinistra Indipendente - è un grave errore politico: i Pro Gaza provocano disagi e seminano violenza. Così la destra ha buon gioco nel presentarsi come il partito dell'ordine contro il disordine della sinistra radicale".
Professor Pasquino, serviva questa manifestazione?
"Difficilissimo dall'opposizione proporre qualcosa di concreto per una situazione drammatica come quella di Gaza. Ma"
Ma?
"Non mi stanno bene quelli che per manifestare e dimostrare di esserci, provocano disagi ai cittadini. Ritardi. Disservizi. Rabbia e frustrazione. Ha senso combattere contro le ingiustizie del mondo in questo modo?"
La violenza?
"Inaccettabile. Ma il dato più grave è un altro".
Quale?
"Così gli organizzatori tacitano le proprie coscienze. Siamo, come ha detto Fratoianni, dalla parte giusta della Storia. Sì, si mettono a posto la coscienza. Ma non va bene, così".
Che cosa non va bene?
"È facile puntare il dito, ma loro alla fine che cosa propongono? Sono uniti nel criticare, ma divisi su tutto e non hanno una soluzione per le mani, non hanno una proposta praticabile da spendere".
Si scrive Gaza, ma alla fine si legge Roma. La Palestina è un pretesto, un passepartout per andare contro Meloni?
"No, non è un pretesto. Ma resta la vaghezza di una proposta che non c'è. E c'è una coazione a ripetere desolante".
Coazione a ripetere?
"Gli stessi rituali: le scuole occupate, i ragazzi che bloccano le lezioni nelle università. Sì, ripetono le proteste con modalità simili anche se cambiano i governi. Se il governo in questione è di destra, lo schema è facile: sono dalla parte sbagliata".
E se è di sinistra?
"Sarà più difficile. Ma alla fine il ragionamento è più o meno il seguente: questi hanno tradito gli ideali, non stanno con il popolo, dunque vanno attaccati pure loro".
La sinistra moderata ha preso le distanze dai facinorosi: non si può fare di tutta erba un fascio.
"La sinistra tradizionale è spettatrice di questi eventi. Sta a guardare. E ha lo stesso problema".
La mancanza di proposte?
"Esatto. D'accordo, siamo tutti per i due Stati e condanniamo fermamente le politiche criminali di Netanyahu. Ma poi?"
Poi?
"Da un certo punto di vista meglio la Flotilla che porta derrate alimentari. Difficile contestare chi porta cibo".
Insomma, ci vorrebbe meno ideologia e un approccio meno barricadero?
"Ci vorrebbe più fantasia. Invece di fermare i treni e rovinare le giornate degli italiani, perché ad esempio non piantare un albero per ogni palestinese ucciso? Oppure perché non raccogliere fondi per aiutare le persone che vivono un momento di tragica difficoltà?"
L'hanno fatto i sindacati.
"Appunto. In questi giorni Cisl e Uil si impegnano per alleviare le sofferenze di chi soffre. Mi pare che così diano un contributo infinitamente superiore a quello visto oggi. Oggi abbiamo visto un'altra cosa: la sinistra ha fatto un regalo politico alla destra che raccoglie i frutti della velleità politica della parte opposta. È una storia che abbiano già osservato non so quante volte".