L'assurda teoria di Saviano contro Meloni

Scritto il 23/09/2025
da William Zanellato

Dopo l’omicidio di Charlie Kirk e le piazze italiane in rivolta, Saviano torna ad attaccare la premier. Per lo scrittore, Meloni alimenta l’odio e sfrutta la vicenda per fini politici

La violenza alberga a sinistra e gli ultimi giorni sono lì a dimostrarlo. Prima l’omicidio drammatico di Charlie Kirk, l’attivista conservatore trentunenne freddato con un colpo di fucile sul palco. Poi, passando tra le mura di casa, le manifestazioni violente di ieri, lunedì 22 settembre, che hanno coinvolto le principali piazze italiane. Davanti a questi due episodi tanto lontani quanto paragonabili, Roberto Saviano continua ad accusare la premier Giorgia Meloni di fomentare l’odio. Nessun errore di battitura. Incalzato da 4 di sera, il programma di approfondimento politico condotto da Paolo Del Debbio, lo scrittore campano continua a puntare il dito contro Palazzo Chigi e il governo presieduto dalla leader di Fratelli d’Italia.

“L’opposizione dice che Meloni utilizza questa vicenda per portare degli argomenti a proprio favore”, lo incalza il giornalista. E Saviano prende la palla al balzo: “Un po' è vero, anche se la vicenda Kirk ha egemonizzato il dibattito in tutto il mondo ed è normale che il primo ministro ne parli”. “Detto questo – tuona – il rischio è che Meloni monopolizzi il discorso per evitare di parlare di questioni nazionali e internazionali più importanti”. Una puntualizzazione che, però, non evita al giornalista di tornare sulla questione dell’odio.

“Ma questo odio politico di cui parla Meloni in Italia esiste?”, chiede l’inviato. La risposta di Saviano è un manifesto politico e ideologico: “Si, esiste e lo ha innescato anche lei”. Insomma, anche in questo caso è colpa di Giorgia Meloni e del suo operato. Non è la prima volta, tra l’altro, che Saviano utilizza parole ambigue sull’omicidio Kirk. In un video pubblicato sui suoi canali social, Roberto Saviano ha detto che l’omicidio di Charlie Kirk cambierà la democrazia americana perché potrebbe avere per Trump lo stesso effetto che l’incendio del Reichstag ebbe su Hitler.