Tra il golfo di Napoli e le vigne dell’Irpinia, la Campania è chiamata al voto. Una tornata elettorale che potrebbe riscrivere gli equilibri politici della Regione e non solo. La posta in gioco è alta: Roberto Fico prova a consolidare il perimetro del campo largo, mentre Edmondo Cirielli tenta l’aggancio puntando su sicurezza e discontinuità. Gli ultimi sondaggi parlano di una partita apertissima: il candidato del centrodestra nelle ultime settimane ha guadagnato terreno e spera nella spallata per una vittoria storica contro il centrosinistra. Resta da capire quanto gli indecisi, tradizionalmente numerosi in Campania, incideranno sul risultato finale di una contesa che conserva intatto tutto il suo fascino e la sua incertezza.
Cirielli tenta l'impresa storica
Cirielli è entrato in corsa con l’energia di chi sente il vento cambiare direzione. Ex carabiniere, viceministro degli Affari esteri, un uomo abituato alle gerarchie e alle responsabilità. E lui sta giocando questa carta fino in fondo. Sostenuto dal centrodestra compatto, si presenta come l’alternativa ordinata in una Regione spesso percepita come disordinata: al suo fianco si schierano Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Unione di centro, Pensionati consumatori, Cirielli presidente e Democrazia Cristiana Rotondi.
Nei comizi, Cirielli ha parlato di sicurezza senza mezzi termini, di una sanità liberata dalle inefficienze, di infrastrutture che non siano promesse ma cantieri aperti. Ma soprattutto ha raccontato una Campania “normale”, governata con disciplina e pragmatismo. La sua crescita nei sondaggi è frutto anche di questo: l’idea che, dopo anni di continuità, qualcuno possa finalmente rompere gli equilibri.
Fico in campo tra mille contraddizioni
Fico guida la coalizione campo largo, un’alleanza che raccoglie tutto e il contrario di tutto: sotto lo stesso cappello finiscono Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra italiana, Mastella Noi di centro, A testa alta, Casa riformista, Avanti e Roberto Fico presidente. Insomma, dai contiani fino alle civiche di riferimento deluchiano. Una coalizione così larga che assume i tratti di un compromesso elettorale piuttosto che di un progetto politico coerente.
Fico tenta di presentarsi come volto del rinnovamento, ma porta con sé l’eredità pesante di anni di governo regionale che hanno lasciato irrisolti problemi strutturali: una sanità in affanno, trasporti spesso inadeguati, un tessuto produttivo che fatica a ripartire. Le sue proposte fanno appello alla “cura pubblica”, ma appare difficile immaginare una reale discontinuità con ciò che non ha funzionato finora. Nonostante il tono rassicurante e istituzionale, la sua candidatura rappresenta un semplice prolungamento dello status quo.
Granato per la sinistra della protesta
Giuliano Granato e la sua Campania Popolare rappresentano la sinistra più radicale. Ingloba Pci, Potere al popolo e Rifondazione Partito comunista. Parla di salario minimo, trasporti gratuiti e investimenti massicci nel welfare, ma non si capisce bene come sarebbe possibile sostenere economicamente tutto ciò. È la sinistra della protesta, più efficace nelle piazze che nelle istituzioni, capace di mobilitare entusiasmo di piccole bolle.
Bandecchi sarà l'outsider?
Stefano Bandecchi, in campo con Dimensione Bandecchi, è l’elemento imprevedibile di queste elezioni. Con un linguaggio schietto e un’impronta imprenditoriale, porta una ventata di originalità, ma è difficile immaginare che la sua corsa possa superare la dimensione da testimonial. La sua candidatura è un segnale di insofferenza verso la politica tradizionale, ma non sembra in grado di competere davvero con i due poli principali. Magari potrebbe intercettare qualche preferenza nel bacino dell'astensione.
La via del civismo di Campanile
Nicola Campanile si presenta come volto del civismo moderato con Per, ma la sua proposta rischia di rimanere intrappolata in una narrazione troppo morbida per incidere davvero. Pur parlando di trasparenza e partecipazione, la sua posizione finisce per essere percepita come un’alternativa debole e incapace di distinguersi dal centrosinistra di Fico. Il suo messaggio piace a una parte del mondo associativo, ma difficilmente può rappresentare un fattore di svolta in una Regione che oggi richiede scelte nette e leadership forti.
L'incognita Arnese
Con la lista Forza del popolo, Carlo Arnese porta avanti una battaglia a favore dei territori dimenticati, ma la sua candidatura sembra avere un respiro più locale che regionale. Le sue proposte, pur animate da una forte attenzione sociale, faticano a comporre un progetto complessivo di governo. Tradurre tutto in un disegno strutturato di amministrazione moderna ed efficiente non è facile.

