"Organizzazioni terroristiche": cos'è la galassia Antifa finita nel mirino di Trump

Scritto il 23/09/2025
da Francesca Salvatore

Dal collettivo di Portland Rose City Antifa alla rete nazionale Torch, fino all’eredità storica di Anti-Racist Action: un mosaico fluido e decentralizzato che unisce attivismo locale, azioni dirette e campagne online

L’amministrazione Trump ha deciso di classificare Antifa come organizzazione terroristica interna, accusandola di essere un movimento di ispirazione anarchica e radicale che punta a minare le istituzioni statunitensi. Secondo la Casa Bianca, il gruppo non solo promuove la sovversione del governo e delle forze dell’ordine, ma agisce attraverso una rete strutturata di violenze e intimidazioni: dalle rivolte urbane agli scontri armati con la polizia, fino agli attacchi contro agenti federali e alle campagne di doxing contro avversari politici.

Viene inoltre sottolineata la capacità di Antifa di attrarre e radicalizzare giovani militanti, addestrandoli all’uso della violenza e coprendo con sistemi complessi le proprie fonti di finanziamento e catene di comando. Per Washington si tratta di una vera e propria strategia di terrorismo domestico, mirata a piegare il dibattito pubblico con la paura e a soffocare la libertà di espressione. Da qui la scelta di mobilitare tutte le agenzie federali affinché intensifichino indagini e azioni giudiziarie per smantellare le sue reti e colpire anche chi ne sostiene economicamente le attività.

Sul piano istituzionale, l’FBI qualifica “antifa” come un’ideologia/movimento decentrato e non come un’organizzazione formalmente strutturata—posizione ribadita dal direttore Christopher Wray in audizione al Congresso—mentre il Dipartimento per la Sicurezza Interna tratta le azioni violente dell’area come parte della categoria più ampia degli “anarchist violent extremists” nelle proprie valutazioni di minaccia. I profili tipici dentro questa galassia vanno da ricercatori OSINT e “intel” community che mappano gruppi dell’estrema destra locale, a blocchi di piazza per contro-manifestazioni, fino a micro-collettivi che producono inchieste pubbliche e campagne di pressione; i flussi di sostegno sono prevalentemente auto-organizzati (donazioni, crowdfunding, merchandising) e legati a obiettivi locali, senza canali centrali di finanziamento. In sostanza, una costellazione di gruppi cittadini e reti tematiche, coordinati per episodi e campagne, con convergenze tattiche ma senza comando unico né tessere, in cui la gran parte dell’attività resta di contro-protesta e monitoraggio, mentre una frazione adotta anche tattiche abrasive o violente.

La galassia antifa negli Stati Uniti non è un’organizzazione unica ma un arcipelago di collettivi locali e reti informali di attivisti antifascisti (perlopiù di area anarchica/antirazzista) che operano con strutture leggere (“affinity groups”), coordinamento ad-hoc e tattiche condivise come il black bloc e il doxing; alcuni nomi ricorrenti sono Rose City Antifa (Portland), NYC Antifa, Philly Antifa e i capitoli collegati alla Torch Antifascist Network, una rete che federava una decina di gruppi e che funge da hub di risorse e contatti più che da vertice gerarchico.

Rose City Antifa, è stata fondata a Portland, Oregon, nel 2007 come evoluzione della coalizione “Ad-Hoc Coalition Against Racism and Fascism”. È uno dei gruppi più attivi della zona Pacific Northwest. Opera sia con tattiche di contro-protesta (in piazza) sia con attività di outing (ossia rendere pubbliche le identità) di persone considerate appartenenti a gruppi di estrema destra. È affiliata al Torch Antifascist Network dalla sua formazione (2013) come uno dei capitoli locali della rete. Ha una componente forte che si definisce “femminista” e queer, e fa uso di anonimato (maschere, blocco nero) come protezione contro la repressione statale o quella degli oppositori.

Torch Antifascist Network, invece, è una rete nazionale di “crews” antifascisti (cioè gruppi locali o collettivi) negli USA, formalizzata intorno al 2013. Non è un’organizzazione con struttura centrale forte, ma funge da piattaforma di scambio: condivisione di strategie, materiali, risorse, supporto fra collettivi locali.Alcuni membri o capitoli includono Rose City Antifa, diverse sezioni dell’Anti-Racist Action, e altri gruppi che operano soprattutto contro il suprematismo bianco e la xenofobia.

Anti-Racist Action (ARA) / ARA Network, a differenza delle prime due, è una delle reti storiche del movimento antifascista negli USA, nata alla fine degli anni ’80. Opera come network di cellule locali (city chapters) che fanno “azioni dirette” contro organizzazioni o individui considerati estremisti di destra, inclusi neo-nazisti, suprematisti bianchi, skinheads. Alcune delle sue attività includono dimostrazioni, contro-manifestazioni, esposizione pubblica (doxing), ma anche repressione legale da parte delle autorità in certi casi.