"La stangata Ue sulle sigarette può alimentare il contrabbando"

Scritto il 21/11/2025
da Marco Leardi

"Gli aumenti di tre euro spingeranno l'inflazione"

Oltre il danno economico, la beffa. Il forte aumento dei prezzi che l'Unione europea vorrebbe applicare ai tabacchi con il pretesto salutista (in Italia le sigarette potrebbero costare fino a 3 euro in più a pacchetto), non solo rischia di mancare l'obiettivo ma può addirittura rivelarsi un boomerang. "Spingerà i consumatori verso prodotti illeciti piuttosto che verso la cessazione", ha avvertito ieri Francesco Moscone, professore dell'Università Ca' Foscari di Venezia e della Brunel University di Londra, nel corso di un'audizione all'Europarlamento. Il paradosso è che i burocrati di Bruxelles, fautori della controversa proposta di modifica alla normativa esistente, dovrebbero saperlo molto bene.

Del resto, i dati dell'ufficio europeo per la lotta antifrode uniti alle informazioni fiscali pubblicamente disponibili rivelano "una correlazione significativa" tra i crescenti livelli di accisa e la diffusione del contrabbando. In altre parole, più le tasse crescono e più si registra un aumento del commercio fuori legge. Il nostro Paese, che primeggia in Europa per la lotta al contrabbando (solo l'1,8% delle sigarette è di provenienza illecita contro una media Ue del 10%), verrebbe penalizzato. Eppure, l'Ue non sembra intenzionata a fare marcia indietro. A dispetto di quanto prospettato dai promotori dell'iniziativa, peraltro, l'operazione fiscale avrebbe effetti sistemici negativi. L'adeguamento delle accise al rialzo - ha fatto notare il professor Moscone - potrebbe infatti aumentare l'inflazione a livello Ue di circa lo 0,55 per cento, rallentando ulteriormente la ripresa. L'esperto ha inoltre evidenziato altre anomalie nella proposta targata Bruxelles, che farebbe scattare la scure fiscale su tutti i prodotti del tabacco, senza distinzioni. A suo avviso sarebbe invece opportuno applicare una tassazione proporzionale al rischio. "Se metà dei fumatori italiani passasse a prodotti a rischio ridotto, come il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, potremmo risparmiare circa 700 milioni di euro in costi diretti ogni anno", ha spiegato Moscone, citando le evidenze di una sua recente ricerca. Ma a sollevare critiche all'iniziativa sono stati anche migliaia di cittadini europei: su oltre 17mila partecipanti a una consultazione pubblica indetta dalla Commissione Ue (fra loro, quasi 3 mila italiani), il 92% si è dichiarato contrario alla proposta. "Siamo già tartassati, non serve un altro prelievo firmato Ue", è il tono dei riscontri. Giungendo alle medesime conclusioni degli esperti, molti hanno contestato l'approccio oltranzista dell'emendamento, che ignora il principio della riduzione del rischio. E che per questo è ritenuto "anti-scientifico" e "controproducente".